L’Importanza di un Dove
Potevamo veramente farla ovunque questa fiera. Potevamo farla sulla luna ed essere i primi a fare un comicon senza ossigeno. Potevamo darle un nome accattivante tipo UltraComics o Ipercomics. Invitare solo negozi ed associazioni marziane e mangiare solo arrosticini di lucertola interdimensionale. Kilometri di lande desertiche e aliene riempite di dadi, tavoli, alieni in vacanza e famiglie del futuro in pieno stile “Jetson” (se nessuno li riconosce potrebbe significare che sto diventando inevitabilmente boomer). Tutto molto bello sicuramente. Ma avrebbe avuto senso?
Non che io sia contrario alla conquista dello spazio profondo o al suo utilizzo per fiere nerd ma sarebbe stata una scelta facile e a noi le cose facili non convincono molto. Per questo già dal nome abbiamo deciso di dare una importanza vitale a quel dove. Quel dove, è Terni.
Casa mia
Terni per chi non lo sapesse è una cittadina di grandezze media. Praticamente sta al centro dell’Italia più o meno, in una regione ridente chiamata Umbria. La nostra città è incastrata tra due fiumi che l’hanno resa fertile, il Nera e il Serra ed è vecchia e nuova insieme. Da una parte le macerie della cittadina romana, dall’altra la città nuova ricostruita da zero dopo i bombardamenti. Da una parte gli Appennini e dall’altra le industrie. Una città fatta di grandi opposti.
È uscita da pochissimo la guida della Lonely Planet che ha reso poco giustizia alla nostra città, squalificata a una grigia e bigia città industriale. Saranno gli anni che mi ha ospitato o il volontario esilio lavorativo che vivo ma anche io avevo una visione simile in passato.
Una città in cui ogni novità è vista a naso storto, soprattutto se è a pagamento. Ma abbiamo capito che se c’è del grigio in giro il segreto è riuscire a portare nuovi colori per tinteggiare tutto.
Ci siamo (in questo noi metto tutte le aziende, associazioni, negozianti e amici da tutto il territorio umbro che hanno creduto e credono fortemente in questo progetto sotto ogni punti di vista) rimboccati le maniche, abbiamo preparato colori e pennelli e stiamo per colorare tutto il territorio con una fiera che ha radici profonde nelle nostra realtà e che è un piccolo regalo, un accenno di colore, per coprire quel grigio polveroso che ha ricoperto la mia città e che non permette di vederne i veri colori. Sarà una “città grigia” ma è la nostra città, la stessa su cui, nonostante il poco appoggio delle strutture comunali, nonostante le mille difficoltà, nonostante le paure e i dubbi, abbiamo deciso di scommettere.
Siamo tutti una città
Io parlo parlo ma alla fine faccio poco. Oh uno nasce con dei talenti e io da mamma ho preso quello della chiacchiera. Sto scrivendo ancora tanto e ancora tanto c’è da scrivere su questa fiera. Potrei raccontarvi le fatiche, le rinunce o il tempo che ognuno di noi ha fatto per tirarla su ma sarebbe poco interessante. Invece vorrei usare questo poco spazio che mi è rimasto per dire grazie.
Giuro, non un generico grazie di rito ma uno dal profondo del cuore. Perché ringraziare è un atto di amore profondo sempre troppo scontato. Di solito i ringraziamenti si fanno alla fine del progetto ma spero mi perdonerete l’impertinenza.
Il mio grazie per prima cosa va alla rete invisibile per voi dell’organizzazione che sta dietro a tutto. Questi ragazzi (io mi escludo per le basse capacità che ho di fare qualsiasi cosa) ci sanno fare; ne vedrete delle belle, giuro.
Poi un gargantuesco grazie a tutti i negozi del territorio che hanno deciso insieme a noi di scommettere su tutto questo. Non è scontato avere l’appoggio di tante realtà soprattutto così professionali e precise.
Un grazie va al CLT che ci ospita anche quest’anno nel meraviglioso parco in cui vivremo il Ternicomics; Non basterebbe questo grazie anche per ringraziare per tutte quelle volte che siamo stati aiutati nell’organizzazione.
Un grazie a tutte le associazioni che mano a mano vi proporremo, con cui abbiamo costruito solidi legami e ponti tra tutte le realtà umbre e non.
Un grazie enorme anche a tutti gli ospiti, che nonostante si tratti di una prima edizione hanno deciso di scommettere su questa fiera.
Un grazie a tutti gli aiutanti e a chi in qualche modo, anche soltanto offrendoci un caffè o convincendo la nonna e la zia a venire, renderanno possibile tutto questo.
Un grazie a voi che, oltre ad aver letto fino a qui un sacco di robe, ci seguite e ci aiutate a colorare un pochino questa città.
Oh, come sempre me ne sono passato.
Giuro che la prossima volta parlo anche di qualcosa di più concreto. O almeno ci provo…
“Fletto i muscoli e sono nel vuoto“